È meglio digiunare durante la chemio?

Avete mai sentito parlare del metodo del digiuno per sconfiggere il cancro al posto della terapia farmacologica? Io sì, ed ecco che qualcosa inizia ad essere ammesso anche dalla medicina ufficiale...






Fonte: Corriere della sera - Sportello Cancro


Una nutrizione mirata può potenziare la cure e ridurre gli effetti collaterali, ma è fondamentale non perdere peso


MILANO – Se ci si ferma un attimo a riflettere, in effetti, è semplice: quello di cui ci nutriamo stimola in ogni momento il nostro sistema metabolico ed è parte integrante del nostro stato di salute. Oggi, insomma, abbiamo le prove scientifiche di ciò che aveva teorizzato il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach nell’Ottocento: «Siamo ciò che mangiamo». Alcuni cibi e bevande ci proteggono dalle malattie, altri ci espongono a maggiori rischi. E se l’astinenza talvolta purifica, talaltra, se esasperata, fa ammalare. «Tutto questo, è ovvio, vale anche per i pazienti che si trovano a dover fare chemioterapia – aggiunge Filippo Rossi Fanelli, direttore del dipartimento di Medicina clinica dell’Università La Sapienza di Roma e autore di un articolo sul tema appena uscito sul New England Journal of Medicine -. Per questo negli ultimi anni si sono moltiplicate le ricerche sui rapporti tra alimentazione e cancro, non solo in chiave preventiva. Abbiamo tentato di rispondere a domande basilari, che potrebbero aiutarci molto: ciò che alimenta la persona nutre anche il tumore? E se mettiamo a dieta (o teniamo a digiuno) il malato abbiamo maggiori possibilità di sconfiggere la malattia?».




USARE CIBI E DIGIUNI CONTRO LA MALATTIA - C’è ancora tanta ricerca da fare, ma in quest’ultima pubblicazione Fanelli tira le somme di ciò che è stato appurato finora con un fine preciso: sfruttare i diversi effetti del cibo e del digiuno per potenziare, se e quando possibile, gli effetti dei farmaci chemioterapici. Se alcune sostanze nutrienti, per esempio, sono predilette da chi fa body building perché accrescono la massa muscolare, altre stimolano l’appetito, altre ancora vengono consigliate per le più svariate proprietà durante le diete dimagranti. Avvicinandosi al «pianeta-cancro», poi, sono ormai moltissime le prove scientifiche a favore di frutta e verdura come alimenti che aiutano a prevenire svariati tipi di tumori e contro l’eccessivo consumo di carni rosse (associato a una maggiore probabilità di sviluppare neoplasie dell’intestino e dello stomaco). Gli esperti concordano: non esistono «cibi magici» che proteggono dal cancro, ma c’è molto che noi possiamo fare per tenerlo lontano.


CELLULE SANE E MALATE SI NUTRONO DIVERSAMENTE - «Le cellule cancerose e quelle sane hanno un metabolismo differente – spiega l’esperto – ed è stato appurato che una dieta ricca di carboidrati favorisce la proliferazione delle cellule tumorali (che si nutrono prevalentemente di zuccheri), mentre un’alimentazione basata sui grassi (di cui si cibano le cellule sane) è più indicata nei pazienti oncologici». Nello specifico, le cellule normali e quelle neoplastiche differiscono fra di loro per la diversa capacità di rispondere a stimoli esterni: in assenza di nutrienti disponibili, le cellule normali attivano delle vie metaboliche di protezione, mentre quelle neoplastiche non ne sono capaci per l’azione inibitoria degli oncogeni. Questa differenza potrebbe essere utilizzata per aumentare la resistenza delle cellule normali agli effetti tossici della chemioterapia e aumentare invece la sensibilità delle cellule tumorali agli effetti terapeutici della stessa. Questo meccanismo, che gli esperti chiamano di «risposta differenziale allo stress (DSR)» permetterebbe di rendere la chemioterapia più attiva senza dover aumentare le dosi dei farmaci o svilupparne di più aggressivi e dunque esporre il paziente ai loro effetti negativi (nausea, vomito, fatigue, calo di peso).


CONSIGLI PRATICI: MOLTI RIMEDI - «Sappiamo anche – conclude Fanelli – che la qualità e la quantità di quello che si mangia influisce sull’efficacia dei farmaci chemioterapici. E che anche il digiuno può giocare un ruolo, senza ovviamente debilitare l’organismo già affaticato dei pazienti. Come ha dimostrato in particolare un recente studio, le 72 ore peri-chemioterapia (cioè il giorno prima, il giorno del trattamento e il giorno successivo) sono un intervallo di tempo in cui interventi nutrizionali-metabolici mirati possono determinare grandi risposte cliniche, aumentare l’efficacia della terapia farmacologica e ridurne gli effetti collaterali». Certo servono maggiori conferme e ulteriori analisi, ma la strada appare come quella giusta da seguire: nutrire i pazienti e difendere le cellule sane, da un lato; affamare il tumore e rendere più vulnerabili le cellule cancerose all’attacco dei medicinali, dall’altro. Per chi oggi è in chemioterapia, intanto, gli esperti concordano su alcuni consigli utili: è fondamentale non perdere peso e non lasciarsi debilitare dagli effetti collaterali dei trattamenti. Esistono molti rimedi per arginare i problemi legati all’alimentazione dei malati di cancro e prevenire, come sempre, è meglio che curare: quindi meglio chiedere fin da subito aiuto all’oncologo o al nutrizionista per avere suggerimenti mirati sul singolo paziente. E specie durante queste calde giornate cibi freddi, gelati, succhi e bibite possono aiutare contro i malesseri legati alle terapie.


Vera Martinella
30 luglio 2012 | 14:30

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