Fonte: Sentire di Coscienza.
Partiamo da un dato.Le Pringles non sono patatine.E non ve lo dico io,nè me lo sto sognando. E’ stato un tribunale inglese a decretarlo. Forse possono assomigliare a patatine e fare “crock” come delle patatine, ma secondo la legge inglese le Pringles non sono affatto patatine. Dopo una ricerca sugli ingredienti, la lavorazione, il confezionamento e l’immagine pubblica di questo prodotto, l’Alta Corte inglese ha deliberato che il prodotto della Procter & Gamble non è assimilabile ad una tradizionale patatina.Qui mi sarei aspettato un’altra fine.. Ma si sa il lieto fine c’è solo nelle favole e nei film. Perchè la corte pur dichiarando che le Pringles non sono patatine,non le ha certo dichiarate illegali nè ha chiesto risarcimenti. Anzi applicando la legge ha stabilito che la compagnia fosse esentata, diversamente dai produttori di vere patatine, dal pagamento dell’IVA sui suoi snack.Insomma c’ha anche guadagnato!
ECCO PERCHE’ LE PRINGLES SONO DANNOSE PER LA NOSTRA SALUTE
Tra gli ingredienti che compongono le Pringles ci sono farine come quelle di mais, grano e riso, oltre a grassi, emulsionanti, sale e aromi artificiali.Come stabilito dal tribunale di patata c’è ben poco(meno del 17,5%,meno di 17,5 g ogni 100 g)e quel poco di patata che c’è viene triturata e mischiata con gli altri ingredienti e poi citati e successivamente questa pasta viene fatta cuocere in stampi che ricordano la forma delle vecchie patatine.
Ma questo è solo l’inizio perchè le Pringles sono in realtà un amalgama di esaltatori di sapidità tipo glutammato monosodico (le sigle che li stanno ad indicare vanno dall’E620 ai E637) compreso e simili in grado di creare una specie didipendenza da gusto, agendo sui neurotrasmettitori, poi in più in questo tipo di patatine si trova un grasso di recente sperimentazione l’Olestra: quest’olio creato in laboratorio, si comporta come un cibo che, ingerito, compie il suo tragitto senza assorbito dall’intestino,dal momento che è composto da speciali molecole che l’organismo non è in grado di digerire. Risultato? Niente calorie.Evvai tutti felici!in un paese ossessionato dal grasso come l’America questa nuova creazione sarà sembrata miracolosa, anche perché ha ricevuto il nulla osta della Food and Drug Administration, organo federale severissimo, (e c’è da chiedersi perché la FDA abbia dato l’autorizzazione così rapidamente…) visto che non ci sono solo vantaggi in questo “olio” che oltre a non essere assorbito e non fare briciole alle patatine, ma anche enormi svantaggi. Questa macro molecola che non viene assorbita, “riveste l’intestino sembra infatti riesca a “catturare” sostanze nutritive fondamentali come le vitamine A, D, E, K, e diversi carotenoidi importanti per la loro attività antiossidante. Dunque potrebbe provocare carenze nutrizionali e disturbi, perché intacca sostanze fondamentali per il nostro benessere. Senza contare i crampi allo stomaco e i problemi all’intestino che hanno colpito molti consumatori (attenzione nella confezione non c’è specifica olestra, ma la dicitura generale oli vegetali, (già!)”.
E’ tutto?Ma neanche per sogno…Se infatti digitate su google “Pringles cancer..il isistema di completamnete intelligente del motore di ricerca vi portà suggerimenti come Pringles cancer causising, Pringles cancer scare, Pringles cancer chemical.Non sarà mai che le Pringles sono anche cancerogene?Andiamo a scoprirlo…
LE PRINGLES SONO CANCEROGENE SECONDO TRE DIVERSE RICERCHE…
Per legge le patatine industriali devono avere una quantita’ di Acrilammide - la sostanza cancerogena che si sviluppa con certi tipi di cottura – sotto un certo livello.Ed è proprio sul mancato rispetto della quantità di Acrilammide che si vertono le ricerche di cui mi accingo a parlarvi.
STATI UNITI,2005
Nel 2005 finiscono sotto accusa negli Stati Uniti le patatine fritte confezionate.A darne notizia in Italia,tra gli altri,Tgcom,non l’ultima arrivato insomma..Secondo il World Health Organization verrebbe impiegato da alcune famose ditte produttrici, che esportano anche in Italia, nei processi di cottura ad alta temperatura un prodotto chimico, l’acrylamide. Una sostanza che per l’organizzazione americana provocherebbe il cancro. L’acrylamide viene usato anche per pesticidi e materiali plastici.Il World Healt Organization ha dimostrato con test in laboratorio su cavie che questa sostanza è responsabile di un terzo dei tumori causati dall’alimentazione. Le ricerche mostrerebbero che importanti marchi produttori come Lays, Pringles, Kettle Chips e Cape Cod hanno usato l’acrylamide in diverse varietà di patatine confezionate. Lo studio ha individuato una percentuale di 11 su 20 chips contenenti più di 0.2 microgrammi della sostanza cancerogena.
I marchi testati con un alto livello di acrylamide sono: Lay’s Baked, Lay’s Stax BBQ, Lay’s KC Masterpiece. Lay’s Natural Country Barbecue, Lay’s Light KC Barbecue Masterpiece, Pringles Snack Stacks (Pizzalicious Flavor), Pringles Sweet Mesquite BBQ, Kettle Chips Lightly Salted, Kettle Chips Honey Dijon, Cape Cod Robust Russet and Cape Cod Classic Chips.
GERMANIA,2007
Secondo un’indagine dell’Associazione dei consumatori tedesca, laFoodwatch,risalente al 2007, le patatine in busta a marchio biologico e quelle gusto Paprika della Pringles ne contengono una quantita’ ben superiore. L’azienda produttrice delle Pringles, la Proctle & Gamble, si difende dicendo che il metodo utilizzato non garantisce scientificita’. Di sicuro pero’, lo stesso metodo ha trovato nelle ben piu’ economiche patatine dei supermercati Lidl una quantita’ di Acrilammide fino a 34 volte inferiore a quella delle patatine incriminate.
INGHILTERRA,2011
Scienziati del Regno Unito hanno scoperto da dove deriva l’acrilamide, una sostanza cancerogena che si forma quando i cereali sono cucinati ad alta temperatura, adottando un metodo diverso: determinare come le sostanze chimiche che la generano entrano negli alimenti prima che siano preparati.
Sulla base di varie analisi sul frumento, l’asparagina – un amminoacido che contribuisce, con lo zucchero, alla formazione dell’acrilamide – è presente a concentrazioni più alte nelle aziende agricole in cui lo zolfo è carente: un problema globale.
I ricercatori hanno verificato la loro teoria coltivando il frumento in circostanze analoghe, in alcuni casi con presenza di zolfo e in altri senza. Confrontando i risultati, il frumento prodotto senza zolfo, macinato e cucinato, conteneva quasi cinque volte più acrilamide. In più, il contenuto in acrilamide di altri prodotti ottenuti dallo stesso frumento privo di zolfo, contenevano un quantitativo sei volte maggiore di acrilamide.
Le prime informazioni sulla pericolosità dell’acrilamide risalgono all’Aprile del 2002. Problemi di questo genere sono tipici da coltivazione industriale e da alimenti altamente manipolati in generale. Idealmente, dovremmo consumare alimenti minimamente trasformati, provenienti da fonti locali individuabili e in condizioni ambientali sostenibili.
È importante capire l’impatto che ha la vostra spesa spendendo i vostri soldi per alimenti altamente trasformati industrialmente. Cambiare i vostri modelli di spesa sostenendo l’agricoltura locale contribuirà non soltanto a migliorare la vostra salute, ma anche a migliorare l’ambiente e a far rivivere le nostre comunità rurali.
Inoltre, più della metà degli alimenti che mangiate dovrebbe essere cruda e mangiata allo stato grezzo. Sicuramente ci vuole un po’ di tempo per raggiungere questo obbiettivo ma, nel frattempo, tanto per cominciare si possono evitare gli alimenti trasformati industrialmente che semplicemente non hanno ragione di essere come merendine, tutte le bibite tipo soda, patate fritte e patatine fritte.
In più, potete ridurre la vostra esposizione a questi prodotti chimici cancerogeni gettando via le vostre pentole rivestite in teflon.
Parlando dell’acrilamide, secondo le prove di laboratorio effettuate dal Center for Science in the Public Interest (CSPI). Le marche più popolari di snack e patate fritte contengono livelli elevati della sostanza. Le patate fritte dei fast-food hanno mostrato livelli elevati di acrilamide nell’ordine di 39 – 82 microgrammi. Una porzione di patatine fritte della Pringles contiene circa 25 microgrammi.
Il professor Dale Hattis, ricercatore della Clark University, ha valutato che l’acrilamide causa diverse migliaia di cancri all’anno in USA. Hattis, un esperto nell’analisi di rischio, ha basato la sua valutazione dei rischi sulle proiezioni standard dell’EPA da studi animali e ha limitato la campionatura dell’acrilamide in alimenti svedesi ed americani..
chemioeffetti
Creo questo blog per la scarsità di testimonianze circa la chemioterapia, sperando di dare una mano a capire l'entità del fenomeno. La conoscenza è alla base della libertà di scelta. Lasciate testimonianze dirette/indirette indicando ciò che si vorrebbe sapere: *NOME di battesimo + ETA'del paziente *DIAGNOSI e data *INTERVENTI chirurgici *CICLI di chemio + altre TERAPIE *EFFETTI *ESITI: guarigione o no?
La chemioterapia adiuvante per il carcinoma gastrico
Fonte: British Journal of Cancer (IN INGLESE)
© Steve Wilson - Harmony Korine |
La chemioterapia adiuvante per il carcinoma gastrico: una prova a 3 fasi randomizzata di mitomicina-C con aggiunta di sia doxifluridina a breve termine o doxifluridina a lungo termine più cisplatino dopo gastrectomia terapeutica D2 (AMC0201).
YK Kang1, HM Chang1, JH Yook2, MH Ryu1, io Park1, YJ Min3, DY Zang4, GY Kim5, DH Yang6, SJ Jang7, YS PARK7, JL Lee1, TW Kim1, ST OH2, BK Park8, HY Jung9 e BS Kim2
1 Dipartimento di Oncologia, Asan Medical Center, University of Ulsan College of Medicine, 88, Olympic-ro 43-gil, Songpa-gu, Seoul 138-736, Corea.
2 Dipartimento di Chirurgia, Asan Medical Center, University of Ulsan College of Medicine, Seoul 138-736, Corea.
3 Dipartimento di Medicina Interna, Università di Ulsan Hospital, University of Ulsan College of Medicine, Ulsan 682-060, Corea.
4 Dipartimento di Medicina Interna, Università del Sacro Cuore Hallym Hospital, Hallym University College of Medicine, Anyang 431-070, Corea.
5 Dipartimento di Chirurgia, Ulsan University Hospital, Università di Ulsan College of Medicine, Ulsan 682-060, Corea.
6 Dipartimento di Chirurgia, Università del Sacro Cuore Hallym Hospital, Hallym University College of Medicine, Anyang 431-070, Corea.
7 Dipartimento di Patologia, Asan Medical Center, University of Ulsan College of Medicine, Seoul 138-736, Corea.
8 LSK Global Services Pharma, Seoul, Corea.
9 Dipartimento di Gastroenterologia, Asan Medical Center, University of Ulsan College of Medicine, Seoul 138-736, Corea.
Contatti: Dott. YK Kang, E-mail: ykkang@amc.seoul.kr
Ricevuto 21 novembre 2012; Aggiornato al 24 gennaio 2013; Accettato 1° febbraio 2013
Anticipo pubblicazione on-line 28 Febbraio 2013
CONTESTO: Questo studio a 3 fasi ha valutato l'efficacia della nuova chemioterapia adiuvante (MFP), che ha intensificato la mitomicina-C (MMC) più doxifluridina a breve termine (Mf) per il tumore gastrico.
PAZIENTI E METODI: Un totale di 855 pazienti (424 in Mf, 431 in MFP), con stadio patologico II-IV (M0) di cancro gastrico dopo gastrectomia D2, sono stati assegnati in modo casuale a ricevere chemioterapia a base Mf (MMC 20 mg m-2, seguita da doxifluridina 460-600 mg m-2 al giorno per 3 mesi per via orale) o MFP (MMC 20 mg m-2, seguita da 460-600 mg di doxifluridina m-2 al giorno per 12 mesi per via orale, con 6 infusioni mensili di 60 mg m-2 di cisplatino).
RISULTATI: Con un follow-up medio di 6,6 anni, non c'era alcuna differenza tra i due gruppi nella sopravvivenza libera da recidiva (SLR) (5 anni SLR 61,1% nel Mf e il 57,9% nel MFP, margine di casualità 1,10 (IC 95% 0,89-1,35), p = 0,39) e la sopravvivenza globale (SG) (SG a 5 anni 66,5% e il 65,0% Mf in MFP, margine di casualità 1,11 (IC 95% 0,89-1,39), p = 0,33).
CONCLUSIONE: L'intensificazione di Mf nella chemioterapia adiuvante, prolungando la durata della fluoropirimidina orale e l'aggiunta di cisplatino si è rivelato sicuro, ma inefficace per migliorare le sopravvivenze in pazienti con carcinoma gastrico che hanno subito resezione terapeutica.
dr Ralph Moss sulla chemioterapia
Fonte: Healingcancernaturally.com
La chemioterapia è sostanzialmente inefficace nella stragrande maggioranza dei casi in cui è prescritta.
Ralph Moss, PhD, ex direttore delle Informazioni per Sloan Kettering Cancer Research Center
La chemioterapia non è
efficace nel trattamento della maggior parte dei tumori, ad eccezione di
leucemia linfocitica acuta, malattia di Hodgkin, cancro del testicolo
seminomatoso, così come alcune forme molto rare di cancro, tra cui
coriocarcinoma, tumore di Wilms e retinoblastoma.
Ralph Moss, Questioning
Chemotherapy
Il cancro del testicolo ha
ceduto a farmaci contenenti platino... E' estremamente dannosa per l'organismo
(l'impotenza è una delle molto probabili conseguenze), ma consentono di
giungere a una vita molto estesa alle persone con questo problema.
Ralph Moss, Chemioterapia,
Laetrile, tossine Coley, Burzynski, & Cancer politics, Laura Lee Radio
Show, 1994
Domanda: "Come mai in tutto il mondo, dr Moss, può [la
chemioterapia] essere considerata una cura standard, quando funziona per il 2-4
[per cento dei malati di cancro], e molto specifici?"
Risposta: "Abbiamo a che fare con un'industria. E non è
supportata dai fatti. Il modo in cui funziona è questo: i farmaci sono testati
in provetta, e si cercano sostanze che uccidono le cellule. Dopo aver trovato
qualcosa che uccida le cellule, cellule tumorali, le linee cellulari che sono
una tipologia molto anormale, atipica di crescite, possono essere quasi una
nuova forma di vita, poi le si iniettano in animali. Poi se uccide i tumori
prima che uccida gli animali, e riduce i tumori, si pensa di avere un agente
attivo. Quindi lo si inietta in persone, e si passa attraverso le 3 fasi che la
FDA prescrive per questo, e in pratica se si può ridurre il tumore del 50% o
più per 28 giorni di seguito, si ottiene la definizione della FDA di 'farmaco
attivo'. Questo è un tasso di risposta, così hai una risposta... Un bel po'
diverso [da una cura] perché quando provi a vedere se c'è qualche prolungamento
della vita seguendo questa terapia, quello che trovi non è altro che ogni tipo
di Abra Cadabra e canti e danze per la sopravvivenza libera da malattia, e così
via. Alla fine non vi è alcuna prova che la chemioterapia nella maggior parte dei
casi estenda in realtà la vita, e la grande menzogna sulla chemioterapia è che
in qualche modo esista una correlazione tra la riduzione di un tumore e il
prolungamento della vita del paziente (o che vi sia una correlazione tra
guardare una cellula tumorale in una provetta e il tumore nel corpo di un
essere umano). Ciò che succede, mentre fai crescere queste cellule nelle linee
cellulari, è che diventano molto strane. Centinaia e centinaia di generazioni dopo,
non appariranno neppure come normali cellule tumorali umane. Sono cose che
crescono in vitro, le cellule immortali, a differenza delle cellule tumorali
normali. La ricerca sul cancro è veramente molto discutibile perché si basa sulla linea cellulare.
Ralph Moss, PhD, ex direttore delle Informazioni per Sloan
Kettering Cancer Research Center
Ennesima scoperta per sconfiggere il cancro. Made in Italy.
Due studiosi di Urbino hanno individuato nel “maltolo”, una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica. La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell’attesa di quello internazionale.
http://post.uniurb.it/?p=3567
http://post.uniurb.it/?p=3567
LA PIANTA VELENOSA CHE UCCIDE LE CELLULE MALATE
1) CANCRO, ECCO LA PIANTA VELENOSA CHE UCCIDE LE CELLULE MALATE
Fonte: Cadoinpiedi.
Un nuovo farmaco sperimentale derivato da una pianta
velenosa potrebbe uccidere le cellule cancerogene.
Un nuovo farmaco sperimentale derivato da una pianta
velenosa potrebbe uccidere le cellule cancerogene. A sostenerlo è uno studio
realizzato dalla Johns Hopkins Cancer Center negli Usa,
condotto dal dottor Johm Isaacs e pubblicato recentemente sullo Science
Translational Medicine.
La pianta in questione è la Thapsia Garganica, che
contiene una sostanza in grado di contrastare i tumori, soprattutto quelli alla
prostata. La pianta produce la tapsigargina, sostanza tossica conosciuta fin
dall'antica Grecia.
Da questa sostanza, i ricercatori sono riusciti a ricavarne un farmaco, denominato G202, per il trattamento medico dei tumori. Il farmaco è stato prodotto modificando chimicamente la tapsigargina in modo da detossificarla: "Il nostro studio ha permesso di riprogrammare le molecole di questo veleno in modo da renderele inoffensive per i tessuti sani. Una volta giunti alle cellule del cancro, la tossicità viene riattivata e le cellule dannose vengono uccise", ha dichiarato Samuel Denmeade, ricercatore a capo dello studio.
Attualmente il farmaco è in fase sperimentale. Testato su 29 pazienti con carcinoma prostatico in fase avanzata, ha dato buoni risultati dopo un trattamento di 30 giorni, riducendo le dimensioni delle cellule cancerogene del 50%.
Come agisce il farmaco? La sostanza raggiunge il tumore senza danneggiare i tessuti sani. Viene rilasciata poi una proteina che inibisce la protezione che fa da scudo al tumore, in questo modo il farmaco G202 può andare all'attacco.
Da questa sostanza, i ricercatori sono riusciti a ricavarne un farmaco, denominato G202, per il trattamento medico dei tumori. Il farmaco è stato prodotto modificando chimicamente la tapsigargina in modo da detossificarla: "Il nostro studio ha permesso di riprogrammare le molecole di questo veleno in modo da renderele inoffensive per i tessuti sani. Una volta giunti alle cellule del cancro, la tossicità viene riattivata e le cellule dannose vengono uccise", ha dichiarato Samuel Denmeade, ricercatore a capo dello studio.
Attualmente il farmaco è in fase sperimentale. Testato su 29 pazienti con carcinoma prostatico in fase avanzata, ha dato buoni risultati dopo un trattamento di 30 giorni, riducendo le dimensioni delle cellule cancerogene del 50%.
Come agisce il farmaco? La sostanza raggiunge il tumore senza danneggiare i tessuti sani. Viene rilasciata poi una proteina che inibisce la protezione che fa da scudo al tumore, in questo modo il farmaco G202 può andare all'attacco.
2) Cancro, scoperta pianta velenosa che uccide le
cellule malate
Fonte: ibtimes.
Di Candido Romano | 17.07.2012 09:02 CEST
Uccidere le cellule cancerogene grazie a un nuovo farmaco
sperimentale derivato da una pianta fin ora ritenuta velenosa. Lo
sostiene uno studio portato avanti dalla Johns
Hopkins Cancer Center negli Usa, guidato dal dottor Johm Isaacs,
ingegnere biomedico, pubblicato su Science
Translational Medicine.
Gli scienziati hanno condotto alcuni studi su una
pianta chiamata Thapsia Garganica, in particolare su una sostanza
contenuta in essa che potrebbe essere efficace contro i tumori, soprattutto
riguardo quelli alla prostata, molto diffusa tra gli uomini. Questa pianta, che
cresce nella regione del Mediterraneo, produce la tapsigargina,
noto per la sua tossicità verso gli animali, le cui proprietà velenose sono
conosciute fin dall'antica Grecia. Veniva infatti chiamata "carota della
morte", dato che uccideva i cammelli che la mangiavano.
Ma è proprio grazie a questa pianta velenosa che i
ricercatori sono riusciti a ricavarne un farmaco per il trattamento medico dei
tumori. Il farmaco derivato da questa sostanza si chiama G202 ed
è stato ottenuto modificando chimicamente la tapsigargina in modo da detossificarla:
"Il nostro studio ha permesso di riprogrammare le molecole di questo
veleno in modo da renderele inoffensive per i tessuti sani. Una volta giunti
alle cellule del cancro, la tossicità viene riattivata e le cellule dannose
vengono uccise", ha dichiarato Samuel Denmeade, ricercatore a
capo dello studio.
Attualmente il farmaco sperimentale è il fase I e viene
testato su 29 pazienti con carcinoma prostatico in fase avanzata. In 30 giorni
di trattamento con il farmaco G202 si è vista una riduzione del 50 per
cento delle dimensioni di cellule umane del cancro al seno, alla
vescica e al rene. Insomma le dimensioni del tumore si sono dimezzate.
Ma come funziona questa sostanza all'interno del corpo? Una
volta iniettata arriva al punto dove si trova il tumore viaggiando nel flusso
sanguigno, senza ovviamente danneggiare i tessuti sani. Viene rilasciata poi
una proteina che inibisce la protezione che fa da scudo al tumore, in questo
modo il farmaco G202 può andare all'attacco. Una scoperta davvero importantissima
per l'oncologia medica.
Il cancro si curerebbe con il bicarbonato di sodio, un problema per le case farmaceutiche.
Fonte: ibtimes.
Di David
Pascucci | 13.05.2012 11:28 CEST
Una buona notizia
per tutti noi e una cattiva notizia per la case farmaceutiche. Il Dr. Mark
Pagel della University of Arizona Cancer
Center, riceverà 2 milioni di dollari dal National Institutes of Health per
studiare l'efficacia della terapia personalizzata con bicarbonato di sodio
per il trattamento del cancro al seno. Ecco il comunicato sul
quale è scritto :"Il fondo da 2 milioni di dollari servirà a migliorare
la misurazione sull'efficacia del bere bicarbonato di sodio nel curare il
cancro al seno. E' stato provato che bere bicarbonato di sodio riduce o elimina
il diffondersi del cancro nel seno, nei polmoni, cervello ed ossa."
In realtà,
il bicarbonato di sodio è già utilizzato per la cura
di malattie come l'influenza e il raffreddore; se assunto per via
orale e transdermica, ecco che il bicarbonato potrebbe diventare una prima cura
per il trattamento del cancro, malattie renali, diabete.
La notizia non è
priva di fondamento scientifico, anzi, è provata in questo documento
della NCBI (National Center of Biotechnology Information)
In sostanza, il
bicarbonato agirebbe sul grado di acidità del nostro sangue. Il pH del
nostro sangue e dei nostri fluidi corporei, non rappresenta altro che il nostro
stato di salute e il bicarbonato agirebbe come vero e proprio regolatore del pH
influendo direttamente sul livello acido-alcalino alla base della salute umana.
La scala del pH è
come un termometro del nostro stato di salute, a tal punto che valori al di
sopra o al di sotto di 7,35-7,45 possono segnalare sintomi di malattie o
patologie gravi. Difatti, quando il corpo non riesce più a neutralizzare gli
acidi, essi vengono trasferiti nei fluidi extracellulari e nel tessuto
connettivo recando danni all'integrità cellulare.
Facciamo un esempio:
l'aumento di acidità di un lago colpito dalle piogge acide si tradurrà in una
maggiore solubilità di elementi come l'alluminio e in una proliferazione di
alghe. Questi due elementi concorrono ad elevare il tasso di mortalità di quel
lago. Per riportare il lago in vita occorre alcalinizzare l'acqua ripristinando
il pH. Poichè il cancro si sviluppa e vive in un ambiente acido, riuscire a
ripristinare il pH naturale può aiutare la distruzione delle cellule cancerose
o almeno ritardarne la diffusione. E' per questo che già alcuni anni fa furono
iniziati alcuni studi sull'utilizzo degli antiacidi associati ai farmaci
chemioterapici. Una ricerca pubblicata nel Marzo 2009 dalla US National
Library of Medicine dimostrò che su alcuni topi da laboratorio il bicarbonato
era in grado di rallentare la diffusione delle metastasi.
Il Dr. Pagel i suoi
colleghi utilizzeranno una speciale risonanza magnetica per misurare il pH di
un particolare tumore e verificare l'efficacia del bicarbonato sulla massa in
oggetto. Infatti con questa nuova macchina, il team dell'Università dell'Arizona potrà
studiare i pazienti prima e dopo la somministrazione del bicarbonato per
tentare di sviluppare un approccio personalizzato per ogni paziente. Ovviamente
un grado di pH del nostro corpo intorno ai valori 7,35-7,45 garantisce un
giusto equilibrio fisico rendendoci più resistenti alle malattie. Questo
significa che possiamo praticare la cosiddetta "cura del pH" avendo
uno stile di vita sano ed alimentandoci nel modo giusto. Sicuramente, invece,
per avere risultati nell'ambito delle cure per il cancro dovremo aspettare che
le sperimentazioni siano portate a termine, cosa che procede a rilento a causa
della mancanza di fondi soprattutto da parte delle case farmaceutiche.
In quest'ultimo caso
infatti la domanda è d'obbligo: quali sarebbero le ripercussioni per le
case farmaceutiche? Sicuramente ne risentirebbero negativamente in quanto
diminuirebbero domanda e consumi per medicinali chemioterapici, per la cura del
cancro in genere, per la cura delle malattie come diabete e malattie più comuni
come influenza e raffreddore. Un bel problema per le case farmaceutiche, un
problema risolto per la nostra salute e per il nostro benessere.
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