Fonte: ibtimes.
Di David
Pascucci | 13.05.2012 11:28 CEST
Una buona notizia
per tutti noi e una cattiva notizia per la case farmaceutiche. Il Dr. Mark
Pagel della University of Arizona Cancer
Center, riceverà 2 milioni di dollari dal National Institutes of Health per
studiare l'efficacia della terapia personalizzata con bicarbonato di sodio
per il trattamento del cancro al seno. Ecco il comunicato sul
quale è scritto :"Il fondo da 2 milioni di dollari servirà a migliorare
la misurazione sull'efficacia del bere bicarbonato di sodio nel curare il
cancro al seno. E' stato provato che bere bicarbonato di sodio riduce o elimina
il diffondersi del cancro nel seno, nei polmoni, cervello ed ossa."
In realtà,
il bicarbonato di sodio è già utilizzato per la cura
di malattie come l'influenza e il raffreddore; se assunto per via
orale e transdermica, ecco che il bicarbonato potrebbe diventare una prima cura
per il trattamento del cancro, malattie renali, diabete.
La notizia non è
priva di fondamento scientifico, anzi, è provata in questo documento
della NCBI (National Center of Biotechnology Information)
In sostanza, il
bicarbonato agirebbe sul grado di acidità del nostro sangue. Il pH del
nostro sangue e dei nostri fluidi corporei, non rappresenta altro che il nostro
stato di salute e il bicarbonato agirebbe come vero e proprio regolatore del pH
influendo direttamente sul livello acido-alcalino alla base della salute umana.
La scala del pH è
come un termometro del nostro stato di salute, a tal punto che valori al di
sopra o al di sotto di 7,35-7,45 possono segnalare sintomi di malattie o
patologie gravi. Difatti, quando il corpo non riesce più a neutralizzare gli
acidi, essi vengono trasferiti nei fluidi extracellulari e nel tessuto
connettivo recando danni all'integrità cellulare.
Facciamo un esempio:
l'aumento di acidità di un lago colpito dalle piogge acide si tradurrà in una
maggiore solubilità di elementi come l'alluminio e in una proliferazione di
alghe. Questi due elementi concorrono ad elevare il tasso di mortalità di quel
lago. Per riportare il lago in vita occorre alcalinizzare l'acqua ripristinando
il pH. Poichè il cancro si sviluppa e vive in un ambiente acido, riuscire a
ripristinare il pH naturale può aiutare la distruzione delle cellule cancerose
o almeno ritardarne la diffusione. E' per questo che già alcuni anni fa furono
iniziati alcuni studi sull'utilizzo degli antiacidi associati ai farmaci
chemioterapici. Una ricerca pubblicata nel Marzo 2009 dalla US National
Library of Medicine dimostrò che su alcuni topi da laboratorio il bicarbonato
era in grado di rallentare la diffusione delle metastasi.
Il Dr. Pagel i suoi
colleghi utilizzeranno una speciale risonanza magnetica per misurare il pH di
un particolare tumore e verificare l'efficacia del bicarbonato sulla massa in
oggetto. Infatti con questa nuova macchina, il team dell'Università dell'Arizona potrà
studiare i pazienti prima e dopo la somministrazione del bicarbonato per
tentare di sviluppare un approccio personalizzato per ogni paziente. Ovviamente
un grado di pH del nostro corpo intorno ai valori 7,35-7,45 garantisce un
giusto equilibrio fisico rendendoci più resistenti alle malattie. Questo
significa che possiamo praticare la cosiddetta "cura del pH" avendo
uno stile di vita sano ed alimentandoci nel modo giusto. Sicuramente, invece,
per avere risultati nell'ambito delle cure per il cancro dovremo aspettare che
le sperimentazioni siano portate a termine, cosa che procede a rilento a causa
della mancanza di fondi soprattutto da parte delle case farmaceutiche.
In quest'ultimo caso
infatti la domanda è d'obbligo: quali sarebbero le ripercussioni per le
case farmaceutiche? Sicuramente ne risentirebbero negativamente in quanto
diminuirebbero domanda e consumi per medicinali chemioterapici, per la cura del
cancro in genere, per la cura delle malattie come diabete e malattie più comuni
come influenza e raffreddore. Un bel problema per le case farmaceutiche, un
problema risolto per la nostra salute e per il nostro benessere.
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