Cancro al colon-retto metastatico. La radioembolizzazione prolunga la sopravvivenza



Igor Zenin - Country View



Fonte: Quotidiano Sanità



Un tumore sia molto spaventoso, senza dubbio, soprattutto se riconosciuto a stadio avanzato. Ma oggi la speranza di vita migliora anche in fase metastatica, per i pazienti colpiti prevalentemente al fegato, più che raddoppiata nelle persone trattate con SIR-Spheres, microsfere in resina usate in ambito oncologico: da 3,5 mesi a 8,3.
 

23 OTT - Il cancro al colon-retto è uno dei big killer in Italia, nonché il cancro più frequente, con 50 mila nuove diagnosi stimate nel solo 2012. Fino a poco tempo fa non lasciava molte speranze ai pazienti cui veniva diagnosticato, spesso perché veniva riconosciuto troppo tardi, a stadio molto avanzato e dopo la comparsa di metastasi, quando la prognosi è poco felice. Ma da oggi per questi pazienti arriva qualche speranza in più: i risultati di un controllo condotto su coppie appaiate di persone con carcinoma colorettale metastatico che colpisce prevalentemente il fegato, per i quali tutte le opzioni di chemioterapia erano state esaurite, hanno dimostrato come l'aggiunta di radioembolizzazione con SIR-Spheres (microsfere in resina impregnate di Y90, un isotopo radioattivo usato come agente terapico) prolunghi significativamente la loro sopravvivenza rispetto alla miglior terapia palliativa utilizzata da sola. A dirlo uno studio su Cardiovascular and Interventional Radiology.

La ricerca, condotta dell’ospedale Universitario di Magdeburgo in Germania, dimostra infatti come la sopravvivenza mediana generale sia raddoppiata nei pazienti che hanno ricevuto la radioembolizzazione assieme alla migliore terapia di supporto, piuttosto che quest'ultima da sola: 8,3 mesi contro 3,5 mesi (rapporto di rischio [HR] 0,26; intervallo di confidenza [CI] al 95% di 0,15-0,48; P<0,001). Un'analisi multivariata ha confermato che la radioembolizzazione è stato l'unico fattore predittivo significativo di sopravvivenza prolungata tra tutti i parametri di base studiati (HR 0,30; CI al 95% di 0,16-0,55; P<0,001).

Lo studio ha infatti preso come campione 58 pazienti con metastasi causata da cancro colorettale, che aveva colpito solamente o prevalentemente il fegato, i quali erano refrattari a qualsiasi chemioterapia raccomandata, oppure avevano rifiutato ulteriore chemioterapia, e non erano eleggibili ad altre opzioni di trattamento come la resezione chirurgica, l'ablazione locale o altre forme di radioterapia. Ventinove pazienti hanno ricevuto la radioembolizzazione con SIR-Spheres (Sirtex Medical Limited, Sydney, Australia) e sono stati seguiti in modo prospettico. Questi pazienti sono stati appaiati retrospettivamente per trattamenti precedenti e carico tumorale per una coorte contemporanea di oltre 500 pazienti, che avevano ricevuto la miglior terapia di supporto da 3 centri in Germania, per identificare 29 pazienti consecutivi con almeno 2 dei 4 criteri specifici di appaiamento (la presenza di metastasi sincrone o metacrone, carico tumorale, fosfatasi alcalina aumentata e/o antigene carcinoembrionico [CEA] >200 U/mL). L'endpoint primario dello studio è stato la sopravvivenza globale.

A seguito della radioembolizzazione, 12 pazienti (41,4%) hanno presentato una risposta parziale e altri 5 (17,2%) una malattia stabile, con un tasso di controllo della malattia del 58,6%. La sopravvivenza senza progressione della malattia è stata di 5,5 mesi nella coorte della radioembolizzazione rispetto ai 2,1 mesi di coloro che avevano ricevuto la miglior terapia di supporto. Gli effetti indesiderati dopo la radioembolizzazione sono stati generalmente di leggera o moderata intensità, prevalentemente transitori, autolimitativi e gestibili. "I risultati dello studio sono coerenti con quelli di coorti simili di pazienti refrattari alla chemioterapia con metastasi del fegato a causa del cancro colorettale trattati con la radioembolizzazione”, ha spiegato Ricarda Seidensticker, consulente di radiologia interventistica ed autrice dello studio. "Questo è stato il primo studio comparativo sulla radioembolizzazione ad utilizzare la sopravvivenza globale come endpoint primario, con un modello etico che ha permesso di evitare il crossover di pazienti alla terapia attiva, che di solito affievolisce la capacità degli studi di dimostrare la differenza nella sopravvivenza. Questi risultati paragonano anche in modo favorevole gli studi recenti sull'utilizzo di nuovi agenti biologici per trattare il cancro colorettale metastatico. In uno studio controllato randomizzato di cetuximab, per esempio, la sopravvivenza generale media è stata di 6,1 mesi contro i 4,6 mesi della miglior terapia di supporto. In uno studio simile con panitumumab, la sopravvivenza generale media è stata di 6,4 mesi contro la sopravvivenza simile della miglior terapia di supporto, seguito dal crossover a panitumumab al progredire della malattia".

"La radioembolizzazione prolunga in modo significativo la sopravvivenza generale paragonata alla sola terapia di supporto in una coorte ben appaiata di pazienti con malattia estesa, refrattaria alla chemioterapia, presente prevalentemente nel fegato, per i quali esistono opzioni di trattamento limitate", ha aggiunto Jens Ricke, Direttore del Reparto di Radiologia e Medicina Nucleare dell'Ospedale Universitario tedesco e autore dello studio. "L'evidenza suggerisce che la radioembolizzazione dovrebbe essere presa in considerazione come trattamento opzionale per i pazienti affetti da metastasi del fegato o prevalentemente del fegato, causata da cancro colorettale, nei quali la chemioterapia non abbia funzionato o che siano intolleranti ad essa".

Ampi studi internazionali controllati e randomizzati stanno ora tentando di valutare l'efficacia della radioembolizzazione con SIR-Spheres unita alla chemioterapia in prima linea nel trattamento di pazienti con metastasi al fegato da cancro colorettale, rispetto alla sola chemioterapia, al fine di determinare se questo trattamento possa essere usato come primo  intervento.

23 ottobre 2012

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