Guarire dalla leucemia acuta senza chemio

Fonte: Corriere Salute


Una ricerca italo-tedesca lo dimostra: il 98 per cento dei pazienti con la forma promielocitica (rara ma aggressiva) sopravvive grazie a un mix di acido retinoico e arsenico.




MILANO - Uno studio clinico italo-tedesco presentato al 54esimo Congresso della Società Americana di Ematologia (Ash), appena concluso ad Atlanta, dimostra per la prima volta che una forma di leucemia acuta, quella promielocitica, si può guarire senza ricorrere alla chemioterapia. La ricerca ha coinvolto 40 centri italiani afferenti al Gimema (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto) e 27 ospedali in Germania.
LA MALATTIA - La leucemia promielocitica è una rara varietà di leucemia acuta (se ne diagnostica meno di un caso ogni 100mila abitanti) a decorso estremamente aggressivo, a volte addirittura fulminante per via di frequenti gravi emorragie che si manifestano all’esordio della malattia. Senza una rapida e accurata diagnosi e senza le terapie adeguate questa forma di cancro può avere esito fatale in poche ore o giorni. Grazie anche al contributo dato negli ultimi 20 anni dalla ricerca italiana, la leucemia promielocitica è guaribile oggi in circa l’80 per cento dei casi con una combinazione di chemioterapia e acido retinoico (un derivato della vitamina A). Tuttavia, i noti effetti collaterali della chemioterapia (come immunosoppressione, infezioni, perdita di capelli, nausea e vomito) benché il più delle volte transitori, influiscono assai negativamente sulla qualità di vita dei pazienti e si associano a un rischio di mortalità non trascurabile. Recentemente è stato osservato in Cina e poi in altre parti del mondo che un altro composto naturale, il triossido di arsenico, aveva una particolare efficacia proprio in questa malattia e una tollerabilità molto migliore rispetto alla chemioterapia.
MIX EFFICACE - Nello studio italo-tedesco, una combinazione di acido retinoico e triossido di arsenico (dunque priva di chemioterapici) è stata messa a confronto (studio randomizzato) con il tradizionale schema di acido retinoico e chemioterapia. I risultati su oltre 160 pazienti dimostrano una sopravvivenza a due anni del 98 per cento nei pazienti trattati con l’arsenico contro il 91 per cento dei pazienti che avevano ricevuto la chemioterapia. Questi dati suggeriscono dunque la possibilità di poter omettere in futuro (dopo le necessarie conferme su numeri più ampi di malati) i farmaci chemioterapici tradizionali. «È la prima volta che viene dimostrato il successo di una strategia terapeutica per curare una leucemia acuta basata esclusivamente su terapie mirate - spiega il coordinatore della sperimentazione, Francesco Lo Coco, professore ordinario di Ematologia all’Università Tor Vergata di Roma e responsabile del gruppo di lavoro sulla leucemia promielocitica per il Gimema -. I nostri risultati sono un importante passo avanti per l’utilizzo di terapie mirate in altre forme leucemiche, in modo tale da ottenere la massima efficacia nell’eradicare le cellule maligne ma riducendo in modo drastico gli effetti tossici per il paziente».

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