E' vero che solo il 2 o 3 % dei pazienti oncologici sopravvive alla chemioterapia?

Fonte: Anaximperator Blog

Postato da  il 2 Settembre 2009

Un pò di tempo fa mi è capitato di leggere una discussione sul Curezon di Tony Isaacs , sulla migliore terapia per il cancro al seno. Il thread era stato iniziato da una donna cui avevano appena diagnosticato un cancro al seno. Luella May, partner di Tony Isaacs, ha suggerito al membro del forum di spennellare i suoi seni con Iodio per combattere il cancro e ha consigliato vivamente di opporsi alla chirurgia e a tutte le altre forme di terapie oncologiche:

Chemotherapy 2 percent curezone
"Gli scienziati faranno di tutto per disincentivare i propri pazienti dall'usare metodi alternativi col proprio cancro. Infatti, andranno oltre usando tattiche intimidatorie. Per favore, non cascateci. I loro metodi per la maggior parte dei casi non funzionano. La percentuale di guarigioni dal cancro con chemio e radio è del 2%".

Che cosa significa? Io posso solo capire che il 98% NON sono stati curati - il che significa che sono deceduti; guardate in questo sito, cosa si dice: la CHEMIO ha una percentuale di DECESSI del 97%!
Un pò di tempo dopo ho letto lo stesso tipo di affermazioni sconvolgenti circa la chemioterapia, questa volta postato in una tavola di discussione in Breastcancer.org:
Breastcancer.org - Only 3 percent survive chemo
" Tema: Chemioterapia
Postato il: 3 Agosto 2009 ore 01:28

Gscott ha scritto:

Vi faccio notare questo perché ho letto che solo il 3% in media vengono curati dal cancro. Non so dire dove l'ho letto, ma ero nel forum di Bill Henderson (il cui libro ha un eccellente risultato su amazon) ed è stato postato che solo il 2-4% sopravvive alla chemio.

Penso sia una percentuale orribilmente bassa ma se penso che le persone che sapevo avevano il cancro e han fatto la chemio (5 in tutto) sono tutte morte... così mi faccio delle domande.

Quante persone sapete essere ancora vive anni dopo aver avuto bisogno di chemio? Se ce ne sono, è l'unica che conoscete ad averla fatta?"


Da dove vengono questi numeri??

La “efficacia al 2% della chemio” viene da uno studio australiano nell'ambito del contributo della chemioterapia alla sopravvivenza oncologica dopo i 5 anni, e la ricerca ritiene d'aver trovato che il beneficio medio dovuto alla chemioterapia era di circa il 2%.
Quindi: lo studio riguarda il contributo della chemioterapia alla sopravvivenza e non riguarda la sopravvivenza dei pazienti che fanno chemioterapia.
Per ovvie ragioni, questo studio è diventato enormemente famoso tra i medici alternativi ed è citato fino alla nausea.
Un fenomeno piuttosto strano è capitato dopo la pubblicazione di questo studio: nel tempo, il contributo del 2-3% alla sopravvivenza è diventato in qualche modo il lasso del 2-3% di completa sopravvivenza.
Alcuni di questi medici alternativi attualmente dichiarano davvero che il risultato dello studio era quello per cui, di tutti i pazienti che ricevono chemioterapia, solo il 2-3% sopravvive per più di 5 anni.
In altre parole: la chemioterapia uccide una media del 97% dei pazienti oncologici in 5 anni.
Ora, dal momento che questi numeri suonano totalmente assurdi - a dir poco - abbiamo deciso di scoprire se c'era della verità in essi.

Di cosa trattava lo studio

I ricercatori hanno affermato che lo scopo del loro studio era:
una ricerca letteraria per test clinici randomizzati che riportino un beneficio di sopravvivenza di 5 anni attribuibile esclusivamente alla chemioterapia citotossica nelle tumori maligni adulti.

Perciò vogliono sapere qual era il contributo della chemioterapia alla sopravvivenza di 5 anni.
Ci sono molte terapie per curare il cancro: chirurgia, radioterapia, ormonoterapia, immunoterapia - e chemioterapia. I ricercatori volevano sapere in quale misura la chemioterapia ha contribuito alla sopravvivenza di 5 anni nei pazienti neoplastici.
Di tutti i 154.971 pazienti i cui file sono stati esaminati, in 3.306 di essi, la sopravvivenza ai 5 anni poteva essere attribuita esclusivamente alla chemioterapia.
Nel 98% dei pazienti, la sopravvivenza ai 5 anni era dovuta ad una combinazione di fattori, dei quali la chemioterapia a volte era un fattore e altre no. I ricercatori hanno allora estrapolato i risultati di tutti i cancri. La media della sopravvivenza al cancro ai 5 anni in Australia all'epoca dello studio era del 60%.
Sulla base dell'estrapolazione del risultato del loro studio, i ricercatori hanno stimato che il contributo medio della chemioterapia alla sopravvivenza ai 5 anni sarebbe stata 2,3% in Australia e 2,1% in Usa.
Da nessuna parte nello studio si dice che solo 3306 pazienti sono sopravvissuti alla chemio e che quindi 151,665 pazienti sono morti a causa della chemio.
Escludete poche parole ed avrete un messaggio totalmente diverso.

Il progetto di studio

Lo studio è stato condotto nel 2004, usando dati dal 1998. Un bel po' di cose possono esser dette sul progetto dello studio.
  • I ricercatori hanno considerato molti cancri, ma non li hanno considerati tutti.
  • Non hanno differenziato cancri per cui la chemioterapia è la cura primaria e cancri per cui la chemio è data solo come adiuvante. Questo è il caso della maggior parte dei cancri solidi, per cui la chirurgia è la cura primaria - e di gran lunga la più efficace.
  • Non hanno incluso i cancri per cui la chemio è molto efficace, come la leucemia.
  • Non hanno incluso i tumori infantili, alcuni dei quali rispondono molto bene ai trattamenti, ex. tumore di Wilms, con circa il 90% dei pazienti che superano i 5 anni di sopravvivenza.
  • Non hanno differenziato i cancri di primo stadio (tumoure  <1cm, nessuna metastasi nei linfonodi),  per i quali la chemioterapia non è spesso neppure indicata, e quelli di stadio avanzato, cancri incurabili che hanno già prodotto metastasi nel periodo della diagnosi, alcuni anche in maniera molto estesa.
  • Non hanno considerato l'effetto della chemioterapia sull'estensione della vita (sopravvivenza media), che secondo me avrebbero dovuto invece considerare, dal momento che avevano già incluso i tumori incurabili nel loro studio.
Correggere questi fattori avrebbe avuto effetto in un contributo medio della chemioterapia di sopravvivenza ai 5 anni di circa l'8%, basandosi sui dati dal 1998.


Statistiche: media e particolare 
E' importante tenere a mente che una media statistica è sempre centrare, riguarda la "media". La statistica non tratta mai le tante variazioni dalla media, cos' come la specifica situazione vostra o di chiunque altro.
Qualche esempio:
1. Supponete che l'effetto della chemioterapia sulla sopravvivenza ai 5 anni nella leucemia sia 60% e l'effetto della chemio sulla sopravvivenza ai 5 anni di un cancro al seno di primo stadio sia  0% (perché: non indicato, quindi non gestito). L'effetto medio della chemioterapia nella combinazione di entrambi i tumori è 30% (60+0 : 2 = 30). Ma cosa dice al paziente individuale questo tipo di media complessiva, riguardo la loro prognosi? Beh... in realtà niente.
2. In un numero di situazioni, a seconda dello stadio, grado e tipo di tumore, alle donne con cancro al seno viene suggerito di fare chemioterapia adiuvante, per distruggere tutte le micrometastasi (clinicamente visibili) nel loro sangue.
Questo tipo di chemioterapia migliore la prognosi di sopravvivenza ai 10 anni con una media del 5-7%. La percentuale si basa su tutte le donne che hanno assunto chemioterapia coadiuvante. Se non avete micrometastasi, la chemio non farà nulla per la vostra prognosi. Comunque, per le donne che le hanno, la chemio può intensificare molto di più la loro prognosi, a volte fino al 20%.
3. Cancro con tumore primario sconosciuto (CUP) ha una pessima prognosi: la media di sopravvivenza complessiva ai 5 anni è di circa il 10%. Eppure ci sono casi noti di pazienti che hanno vissuto per 14 anni o più senza nessuna prova di malattia.
Le grandi differenze negli effetti complessivi della chemioterapia sulla sopravvivenza ai 5 anni diventa ovvia se guardiamo le tavole in cui vengono riportati i numeri per ogni particolare cancro che era incluso nello studio. Nella 4° e 3° colonna a destra, potete vedere in che misura la chemioterapia ha contribuito alla sopravvivenza al cancro. Quando la chemio non era fattore di sopravvivenza, la colonna  mostra un trattino.

Chemotherapy Australia
Chemotherapy USA

Dunque… che succede ora?

I dati dello studio sono del 1998. Ora siamo nel 2009 e sono stati fatti progressi finora. Ci sono medicazioni migliori per diminuire gli effetti collaterali della chemioterapia. C'è una nuova e sofisticata tecnologia per affermare quali cancri al seno tendono alla metastasi e quali no, col risultato che meno donne si sottopongono a chemio. Gli scienziati stanno lavorando sodo su test simili per altri cancri.
Ci sono oltre 80 diversi tipi di chemioterapie. Alcune sono un puro e semplice inferno, ma molte sono piuttosto fattibili, come quella che ho fatto io. Ciononostante: la chemioterapia è ancora il massimo fattore di paura del cancro e prima ne faremo a meno, meglio sarà. Ma non è vero che solo il 2-3% sopravvive alle chemioterapia. Non è vero che il beneficio medio della chemioterapia alla sopravvivenza dei 5 anni sia bassa come il 2%. E non è anche vero che tutte le chemioterapie sono per definizione completamente insopportabili.
Se realmente vogliamo arrivare da qualche parte, allora l'onestà sui fatti dovrebbe esser la base per discutere e decidere, non la manipolazione, l'auto-esaltazione né la diffusione della paura.

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