Fai la chemio? Niente patente

Fonte: Corriere-Sportello Cancro.

In Spagna non si rinnova la licenza di guida ai malati cancro (solo con tumore del sangue) sottoposti a chemioterapia.
Gli esperti:«Insensato e discriminatorio »

MILANO – La notizia è di quelle che lasciano stupefatti, destinata a suscitare scalpore. Il quotidiano spagnolo El Mundo riporta oggi la decisione delle autorità iberiche di non rinnovare la patente di guida ai malati con un tumore del sangue sottoposti a chemioterapia. Come riportato nel paragrafo IV del Regio Decreto 818 del 2009 , infatti, i pazienti con neoplasie ematologiche che si vedono scadere il permesso di guida mentre sono sottoposti ai trattamenti chemioterapici dovranno aspettare tre mesi dalla fine delle cure per poter presentare la richiesta di rinnovo, dietro parere favorevole di un medico. Non solo: il rinnovo, se concesso, sarà valido solo tre anni e non dieci, come comunemente avviene per le persone «sane».
SUBBUGLIO IN SPAGNA - L’annuncio ha già scatenato un putiferio nei forum e fra le associazioni dei pazienti oncologici e Jesús García Mata, portavoce della Sociedad Española de Oncología Médica (Seom) ha espresso il proprio parere contrario, giudicandola una «misura esagerata, perché il regolamento non rispecchia la realtà visto che le persone sottoposte a chemioterapia possono condurre una vita perfettamente normale». Senza considerare che, ha aggiunto l’esperto, molti malati vengono sottoposti alla chemio solo per prevenire delle ricadute e molti altri (con un tumore del sangue) possono ricevere la terapia «a vita» perchè convivono per anni con la malattia. Alcuni malati di altri tipi di cancro, poi, hanno raccontato il mancato rinnovo della licenza di guida perché durante la visita (alla quale si erano presentati calvi, a causa della perdita dei capelli causata della chemio) hanno ammesse di essere sottoposti a trattamento oncologico.
LIMITAZIONI PER CHI POTREBBE PERDERE IL CONTROLLO DELL’AUTO - Secondo le autorità della Sociedad Española de Medicina de Tráfico (Semt) e della Dirección General de Tráfico, invece, questa norma è valida al pari delle limitazioni previste per altre categorie di malati (quelle con difetti nelle capacità visive e uditive; patologie del sistema muscolo-scheletrico o cardiovascolare; malattie renali e mentali, del sistema respiratorio, del sistema nervoso e muscolare, diabete): per guidare servono precise attitudini psico-fisiche che alcune patologie, per determinati periodi, possono far mancare. Il principio seguito dai legislatori spagnoli (che dicono di essersi consultati con associazioni mediche e scientifiche) prevede restrizioni per chi abbia malattie che possano causare la perdita o la grave diminuzione di funzioni motorie, sensoriali o di coordinazione che possano incidere involontariamente sul controllo del veicolo.
L’ONCOLOGO: UNA REGOLA INSENSATA - Principio intoccabile e ampiamente condivisibile, ma che c’entrano i pazienti con un tumore del sangue che fanno chemioterapia? «E’ quello che mi chiedo anch’io – risponde Carmine Pinto, segretario nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica e direttore dell’Oncologia all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico Sant’Orsola-Malpighi -. È vero che i malati onco-ematologici durante la chemio vedono spesso abbassarsi moltissimo i valori di piastrine, globuli bianchi e rossi, con possibili emorragie (anche cerebrali), stanchezza grave o perdita di coscienza. Ma è altrettanto vero che questo tipo di malati o è ricoverato o è allettato a casa propria: non sono certo persone che possono andare in giro in macchina. Per cui una simile legge finisce per colpire tutti gli altri pazienti, che invece sono perfettamente in grado di condurre una vita normale». In Italia, spiega l’oncologo, «l’unica limitazione alla guida è comprensibilmente prevista per chi ha un tumore o metastasi al cervello ed è quindi a rischio di crisi epilettiche, convulsioni, perdita (anche improvvisa) di coscienza o di varie funzioni psicomotorie».
UNA DISCRIMINAZIONE GRAVE – A ritenere irragionevole e infondata la normativa spagnola è anche Elisabetta Iannelli, avvocato specializzato in difesa dei malati oncologici e segretario nazionale della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo): «Non solo questa decisione è scientificamente immotivata, ma potrebbe essere considerata come una grave discriminazione verso questi pazienti – dice -. L’unica domanda che abbia un senso è se un malato di cancro sottoposto a chemio sia pericoloso alla guida. Durante la chemio si può soffrire di nausea, avere un malessere diffuso, ma non si hanno problemi che limitino le capacità visive, uditive o le facoltà psicomotorie necessarie a guidare un auto. Moltissimo è stato fatto negli ultimi anni a livello burocratico, legale, sindacale, per agevolare il ritorno alla normalità dei pazienti – conclude Iannelli -: le persone oggi rientrano al lavoro a pochi mesi dalla diagnosi, quando ancora magari stanno facendo la chemio, togliere loro la patente oltre a essere ingiustificato è come fare un passo indietro di decenni».
Vera Martinella
(Fondazione Veronesi)

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