Il cancro al seno si ripresenterà? Ce lo dice un nuovo test

Fonte: la Stampa.




La possibilità di una recidiva del tumore al seno, dopo l’intervento chirurgico, può essere predetta con un semplice ed economico test che potrebbe evitare il ricorso alla chemioterapia

Un’incognita a seguito di un intervento chirurgico per asportare il tumore della mammella è la possibilità che dopo un po' di tempo si presenti una recidiva, ossia che il cancro torni a formarsi e crescere.
Per questo motivo, spesso le donne a cui è stato asportato il tumore devono sottoporsi a un ciclo di chemioterapia preventiva. Tuttavia, come si sa, lo stress psicologico e fisico cui sottopone questo tipo di trattamento è notevole, così come vi sono diversi e seri effetti collaterali.


Se si potesse dunque evitare questo trattamento chemioterapico, potendo prevedere per tempo se il tumore del seno possa ripresentarsi, sarebbe un bel vantaggio per le pazienti. Oggi, grazie a un nuovo test, tutto questo può essere possibile.
Il test si chiama “ICH4” e sfrutta una tecnologia già presente nei laboratori convenzionati o appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale britannico.


Con questo nuovo test pare sia possibile stimare con precisione se un tipo di tumore del seno, quello più comune, detto anche tumore positivo ai recettori per gli estrogeni (ER +), possa sviluppare una recidiva dopo che sia stato asportato chirurgicamente. Come detto, allo stato attuale, sono circa la metà delle donne operate a essere sottoposte a chemioterapia preventiva. Con il test si potrebbe per tanto risparmiare loro questo calvario: si stima che ogni anno si potrebbe evitare il trattamento con la chemioterapia a circa 4.000/5.000 donne.


Il nuovo test, secondo gli scienziati dovrebbe essere disponibile nel Regno Unito già entro la fine dell’anno, augurandoci che possa diventare disponibile a breve anche per l’Italia.
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1 commento:

  1. "Per questo motivo, spesso le donne a cui è stato asportato il tumore devono sottoporsi a un ciclo di chemioterapia preventiva"

    Ma chi l'ha detto? Chi decide che ci sia solo quella come terapia di copertura?
    Gli stessi che ora, in base a un "semplice test", decideranno che qualcuna non avrà neppure quella.

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